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Classificazione Del Rum di Luca Gargano

Luca-Garagano-Velier

Prima di entrare nel merito della Classificazione del Rum Di Luca Gargano bisogna partire dalla situazione ante 2015. Questo è l’anno in cui Gargano decide di mettere ordine all’interno del mondo dei Rum.

 

Cenni Storici sul Rum

Negli anni ’90 il Rum inizia ad affacciarsi in Italia grazie ad Havana 7 e ai cocktail Cuba Libre prima e Mojito subito dopo. Tutti i nati negli anni ’70-’80 sanno di cosa stiamo parlando. Sull’onda di questo interesse, Velier inizia l’importazione di alcuni Rum Caraibici (Brugal, Matusalem, El Dorado, Bally…per dirne alcuni). Nel resto d’Europa il consumo era strettamente legato alle tradizioni storiche delle Nazioni. Si può sostenere che ogni Paese importasse unicamente il Rum proveniente dalle proprie colonie storiche (essenzialmente colonie francesi, spagnole e inglesi). L’Italia, anche grazie alla mancanza di una grande tradizione coloniale, è stato uno dei primi Paesi ad offrire una varietà significativa di prodotti ottenuti da distillazione di canna da zucchero. Negli anni 2000 il Rum inizia a diffondersi in tutta Europa senza limiti territoriali o coloniali e diventa un vero e proprio business che porta all’aumento dei marchi presenti sul mercato. Ai sempre più numerosi imbottigliatori indipendenti (essenzialmente società Europee che imbottigliavano in autonomia i Rum importati dai Paesi di produzione) si affiancano sempre più Marchi dei Paesi produttori che decidono di invecchiare e imbottigliare i propri Rum prima di esportarli in Europa.

Prime Classificazioni del Rum

La rapida crescita dei marchi presenti sul mercato, unita alla mancanza di una valida e solida regolamentazione, ha portato alla creazione di diverse classificazioni spesso spinte da interessi commerciali. Qui di seguito ve ne proponiamo alcune.

Classificazione del Rum: Provenienza

Considerando la provenienza del Rum, una delle classificazioni più in voga è quella legata agli stili del Rum.

Stile Francese: in questo caso parliamo dei Rum provenienti dalle colonie francesi (Martinica, Guadalupa…) che vengono più spesso chiamati Rhum associati al termine Agricole. Parliamo essenzialmente di distillati di succo di canna da zucchero (e non di melassa) con alambicco a colonna.

Stile Inglese: Rum provenienti da ex-colonie inglesi (Guyana, Trinidad, Jamaica…). Essenzialmente distillati di melassa con alambicco Pot Still che conferisce al prodotto finale un grande profilo aromatico.

Stile Spagnolo: ex-colonie spagnole (Cuba, Repubblica Domenicana…). Gli elementi caratterizzanti di questi  Rum (Ron) sono la distillazione in Multi-Colonna e la materia prima: melassa. L’invecchiamento segue spesso il metodo “Solera“.

Stile Brasiliano: più che uno stile è da molti considerato un prodotto a sé anche se si tratta a tutti gli effetti di un Rum. Parliamo di Cachaça.

Se in una prima fase, questa classificazione poteva dare un’idea del Rum che si stava per bere, legandolo alla territorialità e agli stili di produzione, risulta essere carente sotto diversi punti di vista. Esistono Paesi di tradizione “francese” che distillano in Pot Still come anche Paesi di tradizione “inglese” che distillano in colonna. Anche le differenze legate alla materia prima (succo di canna vs melassa) non sono più così nette come potrebbe far pensare questa classificazione.

Classificazione del Rum: Colore

In questa “classificazione” l’elemento principale è il colore che viene spesso (a torto) collegato all’invecchiamento.

Rum Bianchi: come dice il nome, sono i rum bianchi, non invecchiati. Il marketing e la tradizione potrebbe far pensare che si tratti di rum non pregiati, senza gusto e adatti alla sola miscelazione. Nulla di più sbagliato. Il Rum bianco è l’essenza della materia prima e del metodo di produzione. Tutti i più grandi appassionati di Rum sanno che un buon rum invecchiato nasce da un buon rum bianco.

Rum Ambrati: Rum che hanno seguito un “breve” periodo di invecchiamento in botte (nuova o di ex-bourbon, sherry, vino…), da alcuni mesi a pochi anni. Il colore viene rilasciato dalle botti. Oltre al colore, questi rum acquisiscono, a seconda delle botti, varie tonalità aromatiche.

Rum Scuri: Rum che hanno avuto un “lungo” (ma non ne abbiamo la certezza) invecchiamento in botte. Questa è la “categoria” che crea più confusione e che spesso (a torto) viene associata ai rum di maggior pregio.

Rum Neri e Speziati: li mettiamo dentro questa classificazione, anche se ritengo si tratti di definizioni a sé. In questo caso il colore è dovuto essenzialmente all’aggiunta di coloranti, e di spezie (Rum Spiced) o all’utilizzo di botti carbonizzate.

La ritengo una “non classificazione” dei rum, basata spesso su motivazioni commerciali. Partendo dal principio (ripeto, errato) che un Rum scuro è un rum di pregio, alcuni produttori ne hanno inventate di ogni. Dall’aggiunta di coloranti e additivi alla realizzazione di etichette confusionarie e dai nomi più variegati.

Classificazione del Rum: Invecchiamento

Questa classificazione nasce con l’intento di mettere ordine all’interno del comparto dei Rum considerando gli anni di invecchiamento.

Non Invecchiati: Rum che non hanno subito nessun processo di invecchiamento. I Rum Bianchi.

Questa sopra è l’unica categoria chiara all’interno di questa classificazione. Qui di seguito provo ad indicarvi alcune delle categorie che vi sarà sicuramente capitato di leggere sulle etichette. Premessa: mancando una chiara regolamentazione, ogni produttore si avvale di una propria classificazione, quindi tutto quanto viene esposto è da prendere con le dovute precauzioni.

Volendo provare a raggruppare le varie sigle, possiamo associarle agli stili visti nella prima parte di questo articolo.

Stile Spagnolo

Non esistendo un vero disciplinare sulla nomenclatura, si possono incontrare sigle come:

Carta Oro: si tratta di Rum che hanno avuto un percorso di invecchiamento “breve”.

Anejo, Extra Anejo: di solito associate a periodi di invecchiamento più lunghi.

Queste sigle potrebbero essere affiancate da altre quali Reserva, Reserva Exclusiva, Especial che di solito aumentano i dubbi più che chiarirli.

Un altro termine, spesso legato allo “stilo spagnolo” è Solera. Con “Metodo Solera” si identifica un particolare stile di invecchiamento “dinamico”. Originariamente utilizzato per l’invecchiamento dello Sherry, è stato poi utilizzato anche per l’invecchiamento del Rum di alcune distillerie. Le botti vengono sovrapposte in pile, il numero di livelli è variabile in base agli anni di “invecchiamento” che si ha intenzione di raggiungere. Ogni anno parte del Rum del primo livello (a maggior invecchiamento) viene imbottigliato e le botti vengono riabboccate con il liquido presente nelle botti del secondo livello…e così via fino all’ultimo livello.

Stile Francese, in particolare il disciplinare AOC della Martinica

In questo caso il disciplinare è molto chiaro e la classificazione è precisa.

Blanc: nessun invecchiamento

ESB, Elevè sous bois: invecchiamento minimo 12 mesi

VO, Vieux: invecchiamento minimo 3 anni

VSOP, Très Vieux: invecchiamento minimo 4 anni

XO, Extra Vieux: invecchiamento minimo 6 anni

Esiste un’ulteriore sigla che viene usata per i Rhum oltre i 10 anni: Hors D’Age

Maggiori dettagli sul disciplinare AOC (Appellation D’Origine Contrôlée) potete trovarli all’interno della recensione del Rhum Neisson Profil 105.

Stile Inglese

Anche in questo caso non mi sembra esistere un disciplinare chiaro, per fortuna è buona prassi dei produttori indicare il numero di anni di invecchiamento direttamente in etichetta.

 

Come si nota dalla descrizione sopra, uniformare i Rum seguendo questa classificazione è praticamente impossibile. Il principale punto debole è dovuto a: ognuno fa come vuole. Oltre a questa problematica se ne aggiunge un’altra. Come detto per lo stile inglese, anche negli casi capita di vedere un numero di anni indicato in etichetta. A logica, questo “metodo” non dovrebbe crear confusione, ma anche in questo caso la confusione c’è. Prendiamo un numero a caso: 15. Chiunque potrebbe presupporre un invecchiamento di 15 anni, giusto? La risposta è sbagliata. In base al produttore, e allo stile di invecchiamento (ad esempio “Metodo Solera”), quel 15 potrebbe significare:

  • 15 anni è la media di invecchiamento dei rum che compongono il blend
  • 15 anni è il rum più vecchio che compone il blend
  • 15 anni è il rum più giovane che compone il blend
  • 15 anni è l’effettivo invecchiamento

Aggiungo una piccola nota a margine. Ipotizzando (ma non è questo il caso) che la classificazione sull’invecchiamento possa essere presa come modello, resta un problema di non poco conto. Invecchiamento di 15 anni continentale o tropicale? Affronteremo questo tema in un futuro articolo del blog, ma per darvi un’idea ecco alcuni aspetti da considerare. I Rum invecchiati ai tropici vengono sottoposti a condizioni climatiche estreme non paragonabili a quelle continentali. In clima tropicale si stima una percentuale di evaporazione tra il 6 e l’8% contro il 2% in clima continentale. Va da sé che un Rum di 15 anni invecchiato ai tropici è tutt’altro Rum rispetto a quello invecchiato 15 anni in clima continentale. Questo vale sia per l’ Angel’s Share (evaporazione) sia per le caratteristiche aromatiche acquisite durante l’invecchiamento.

Non credo di dover andare oltre per farvi capire che neanche questa è una classificazione accettabile.

La Classificazione del Rum di Luca Gargano

Nel 2015, in questo marasma di sigle, categorie e classificazioni, Luca Gargano decide di proporre una nuova classificazione. Gargano è partito da alcuni semplici assunti:

  • I Rum artigianali sono di qualità superiore rispetto a quelli industriali.
  • Il metodo di produzione (leggi Distillazione) ha un’influenza preponderante sul prodotto finale.
  • La qualità derivante dalla miglior materia prima e dal miglior processo di fermentazione sono annullati da una distillazione di tipo industriale.
Classificazione-Rum-Luca-Gargano
Credits Spirit Accademy

Dal grafico si comprende fin da subito quali sono i punti cardine di questa nuova Classificazione dei Rum.

Materia prima: Succo di canna da zucchero, Sciroppo, Melassa.

Distillazione: Still, Colonna singola o doppia, Multi-colonna.

Produttore: Distilleria, Marchio indipendente con dichiarazione della Distilleria, nessuna dichiarazione della Distilleria.

Partendo da questi presupposti possiamo distinguere i Rum presenti sul mercato in questo modo:

Pure Single Agricole Rhum: distillazione in pot still di puro succo di canna.

Pure Single Rum: distillazione in pot still di sciroppo di canna o melassa.

Single Blended Rum: distillazione “mista” in pot still e colonna.

Agricole Rhum: distillazione in colonna singola o doppia di puro succo di canna.

Traditional Rum: distillazione in colonna singola o doppia di sciroppo di canna o melassa.

Rum: distillazione in grandi volumi in multi-colonna.

Blended Rum o Vatted Rum: Rum in cui non è dichiarata la distilleria.

Ad oggi questa è la classificazione più completa ed è anche quella che abbracciamo nelle nostre recensioni. Per sopperire ad alcuni dei suoi limiti (ad esempio, differenziazione netta tra invecchiamenti tropicali e continentali e classificazione di quei Rum prodotti con un blend di succo di canna e melassa)  affiancheremo di volta in volta alcune delle sigle/categorie proposte dalle altre classificazioni.

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