Papalin Jamaica, ancora lui. Questa volta nella versione Overproof a 57,18%.
Il Progetto Papalin
Come già anticipato nel precedente articolo sul Papalin Jamaica, tutto nasce da un’idea di Luca Gargano di Velier SPA. Questo Rum è prodotto da Velier SPA e importato da LM&V, Joint Venture tra Velier SPA e la “Maison du Whisky”. Il progetto prevede di unire diversi Rum, provenienti da diverse distillerie della stessa isola. In questo caso parliamo di Giamaica, le prossime edizioni avranno lo stesso marchio (Papalin) ma riporteranno in etichetta (che cambierà di colore) l’indicazione dell’isola e dell’invecchiamento. Da poco è uscita la versione Haiti in cui troviamo un blend di ben 5 distillerie dell’isola.
Dall’intervista a Luca si legge che l’obiettivo è quello di creare dei Rum accessibili economicamente in modo da permettere a “tutti” di poter assaggiare i diversi stili delle varie isole. C’è da dire, purtroppo, che pur se usciti ad un prezzo onesto, nei mesi successivi si è rilevato un aumento vertiginoso (c’era chi vendeva la versione overproof sopra le 300€) che per fortuna sembra in parte rientrato in questo periodo.
Il concetto di “Dependent Bottler”
“The Tropical Dependent Bottler” è questo che viene ben evidenziato sull’etichetta. A quanto pare la definizione è una trovata di Richard Seale di Foursquare con lo scopo di differenziare Luca dai classici imbottigliatori indipendenti. In questo caso, infatti, non si parla di co-bottling e la riuscita del prodotto dipende in toto, quasi in toto, dal prodotto originale delle distillerie. Il Rum viene prodotto, invecchiato e imbottigliato presso la distillerie, l’abile lavoro di Gargano si “limita” (e dici poco) alla scelta delle botti, del packaging e della gradazione.
Rum Papalin Jamaica 7 Y.O. Overproof
Parliamo essenzialmente dello stesso prodotto a grado ridotto che abbiamo già assaggiato. 100% Pot Still (80% Worthy Park e 20% Hampden HLCF), rum di melassa con un invecchiamento di 7 anni completamente tropicale.
Colore oro-ambra, è leggermente più scuro rispetto alla versione a grado ridotto. Al naso son sempre presenti ananas e banana ma il tenore alcolico più elevato si percepisce fin da subito (consigliamo di attendere un pò prima di fare il primo sorso). In bocca, nonostante il tempo di “respiro”, l’alcool si fa sentire, forse fin troppo: si percepisce molto calore nella gola appena viene ingoiato. Il finale, e questo forse è l’unico “punto” in cui lo preferisco alla versione ridotta, è più persistente con buone tonalità funky.
Se qualcuno mi avesse anticipato che un giorno avrei detto quello che sto per scrivere, mi sarei messo a ridere, ma questo è: la versione ridotta batte la versione a grado pieno. I problemi di questo Overproof sono essenzialmente due:
- L’esistenza del grado ridotto
- L’eccessivo e direi molto fastidioso hype che si è creato intorno a questa bottiglia. I prezzi a due mesi dall’uscita erano imbarazzanti e senza nessuna logica.
Tolti questi due problemi, il suo essere un pò sbilanciato sarebbe sicuramente passato in secondo piano (almeno per me, amante dei Rum da “schiaffi in faccia”). Purtroppo la realtà è un’altra.
A differenza della versione blu (leggi: grado ridotto) non è assolutamente un Rum per tutti e sicuramente non è un prodotto che consiglierei ai meno esperti o a coloro che volessero affacciarsi al mondo giamaicano. Se volete un Papalin, prendete la versione al 47%.