Rivers è prodotto dalla distilleria River Antoine, a Grenada, isola del mar dei Caraibi sud orientale. Possiamo degustarlo grazie a Luca Gargano di Velier che dopo 17 anni di corteggiamento è riuscito a portare questo rum in Italia.
La Distilleria River Antoine
River Antoine vanta una storia lunga e radicata nella cultura della canna da zucchero e del rum. Fondata nel ‘700, ha visto cambiare proprietà più volte, attraversando periodi storici turbolenti. Dai Blaynerie passa ai Grants durante il moto rivoluzionario di Feudon. Nel 1888 è acquistata da Thomas Henry De Gale e resta di proprietà della famiglia fino alla rivoluzione di Bishop nel 1980, quando viene occupata dai lavoratori che la dichiarano proprietà della cooperativa dei lavoratori. Nel 1983 viene statalizzata per poi essere di nuovo restituita alla famiglia De Gale. L’ultimo passaggio la vede assegnata alla RDF Enterprise di proprietà di tre famiglie di Grenada.
La Produzione Artigianale
Il rum Rivers è prodotto esclusivamente con canna da zucchero coltivata localmente, sia di proprietà (circa 85%) che acquistata da piccoli agricoltori vicini. La sua produzione avviene tramite metodi tradizionali e quasi dimenticati: la pressa per estrarre il succo è azionata da una storica turbina Fawcett alimentata da un mulino ad acqua che ha circa 200 anni. Successivamente, il succo è concentrato in una Boiling House dove, attraverso la cottura in “batterie” alimentate a legna, raggiunge una concentrazione del 78-80%. La fermentazione, che dura circa una settimana, avviene naturalmente grazie a lieviti selvaggi, in enormi tini di cemento a cielo aperto. La distillazione è in double retort pot still riscaldati direttamente dal fuoco. Ogni fase, fino all’imbottigliamento, è eseguita manualmente, rendendo ogni bottiglia di Rivers un esemplare unico e irripetibile. Non esiste nessun controllo durante le varie fasi della produzione, siamo di fronte ad una delle ultime distillerie (se non l’ultima) totalmente electricity free, azionata ancora solo dalla forza dell’acqua, della legna e dell’uomo: tutto sembra essersi fermato a fine ‘700. River Antoine ha a disposizione due alambicchi pot still a doppia storta: un Vendome ed un John Dore.
Il nome della distilleria riprende quello del fiume che alimenta il mulino ad acqua.
I prodotti sono solo 2 e differiscono per gradazione e per etichetta. Uno è imbottigliato a 75% abv ed è destinato al mercato locale, uno è ridotto (si fa per dire) a 69% abv ed è destinato all’esportazione. Nessun prodotto invecchiato, il rum è venduto nella stessa giornata in cui viene imbottigliato.
Degustazione Rivers Royal Grenadian Rum
Sul metodo produttivo sono stato già esauriente nel paragrafo precedente, qui ripropongo solo alcuni punti chiave.
Fermentazione spontanea di sciroppo di canna da zucchero. Su alcune recensioni sul web ho letto che durante la fermentazione viene aggiunta anche un piccola quantità di melassa per accelerare la partenza della fermentazione. Distillazione in pot still double retort e diluizione con acqua per portarlo alla gradazione di 69% abv.
Colore cristallino. Naso forte, fresco, un’esplosione di sentori che cambiano al passare del tempo: solventi, vernice, canna da zucchero bruciata, leggera frutta matura, fumo e toni minerali. Il sapore amplifica tutto, anche le piccole imprecisioni, ma di quelle che mi piacciono: forte e pungente il giusto, soprattutto al primo sorso, toni oleosi e speziati, solvente, canna da zucchero bruciata, frutta matura con una buona presenza di toni sapidi e salmastri. Dopo averlo lasciato riposare un pò vengono fuori dei toni erbacei e piccanti. Finale: infinito, spezie e legno bruciato.
Che bello, sono innamorato della storia di questo Rum e sono innamorato del naso e del gusto oltre che del finale lunghissimo di questo Rivers. Non è paragonabile a nessuno dei Rum che ho bevuto fino ad oggi. Potrei dire che ha un qualcosa del Rum Fire unito a un qualcosa dei Clairin di Haiti, ma è comunque un’altra “bestia”. Un’esperienza di vita che potrebbe anche non piacere, tanta è la sua particolarità. Non è per tutti, anzi è per i pochi ben allenati alle gradazioni alte. Resto con la curiosità di provare la versione a 75% abv, forse un giorno…
C’è Rivers e Rivers…quali differenze?
Potrebbe essere una cosa positiva o una cosa negativa, ma fa parte del metodo produttivo “incontrollato” di questa distilleria che tanto mi affascina.
Quello recensito è il primo Rivers importato da Velier in Italia. Per capirci, non ha l’etichetta con il codice a barre sul retro e non ha nessun numero stampigliato sul vetro. Ho provato anche una versione importata successivamente che presentava gli elementi appena citati (seconda foto caricata in questa recensione). Pur rimanendo un super Rum, mi ha colpito meno. In questo caso erano più presenti le note erbacee, molto più presenti le note metalliche (quasi assenti nella versione oggetto di questa degustazione) e molto meno le note fumose.
E voi, quale versione avete provato?