Papa Rouyo Le Rejeton 2021 è un pure single agricole rhum della Guadalupa distribuito da Velier. Ho assaggiato per la prima volta questo rum nel 2021, al Whisky Live Paris.
La Nascita di Papa Rouyo
Papa Rouyo è il soprannome di Charles Albert Ruscade, nato nel 1900 e figlio di coltivatori. Ruscade dedicò la sua vita alla canna da zucchero, incarnando il sapere agricolo tramandato di generazione in generazione. Dopo circa sessant’anni di lavoro nei campi, Charles avrebbe avuto il diritto di poter acquistare la terra che aveva lavorato per tutta la vita. Questo avviene solo nel 1997, al termine di una lunga battaglia legale portata avanti dalla figlia e dai nipoti. Il brand che porta il suo nome nasce proprio per rendere omaggio a lui e a tutti i maîtres-canniers della Guadalupa: i coltivatori storici della canna da zucchero.
Siamo nel 2019 quando il progetto prende forma su un’iniziativa di un piccolo gruppo di agricoltori tra cui Joris Galli (pronipote di Papa Rouyo), Tim Synésius e Jean-Marie Gobardhan. L’idea alla base è semplice e rivoluzionaria: spostare il centro del racconto dalla distillazione alla coltivazione e al terroir.
L’obiettivo è produrre un rum che esprima l’identità agricola del territorio e che riconosca il ruolo centrale dei coltivatori.
La distilleria Papa Rouyo nasce nel 2021 a Goyave, nella regione di Basse-Terre, in Route de l’Habitation Saint Claire. È in programma il trasferimento della distilleria nei pressi dei circa 16 ettari di terreno coltivati a Le Moule, in Grande-Terre.
Gli alambicchi sono pot still in rame riscaldati a vapore, costruiti in Francia e progettati su misura: portano il nome della moglie di Charles Albert Ruscade e di una delle figlie di Papa Rouyo. Questo è il vero punto di rottura rispetto alla tradizione dei rhum agricole. La fermentazione è a temperatura controllata, la materia prima è tracciata.
Dopo i bianchi, negli anni successivi sono stati rilasciati i primi rum invecchiati e si prevede la produzione di mono-varietali per valorizzare al massimo il lavoro dei maîtres-canniers.
Papa Rouyo Le Rejeton 2021 Review
Le Rejeton è il primo imbottigliamento ufficiale della distilleria Papa Rouyo. Quello degustato in questa recensione è il secondo batch della gamma, frutto dell’assemblaggio di diverse distillazioni a cavallo tra febbraio e giugno 2021. Tutto il processo di produzione è ben dettagliato in etichetta. Tre diversi tipi di canna da zucchero con una prevalenza di Canne Rouge (R579) e una percentuale di Canne Matos (B80.0689). A queste si aggiunge, immagino in piccole percentuali, a seconda delle fonti, la Canne Jaune (B5992, presente sul sito web) o la Canne Bleue (B69.566, indicata in etichetta). Sinceramente non so a cosa è dovuta questa discrepanza. In questo secondo imbottigliamento è presente anche un 10% proveniente dal primo lotto. La cosa su cui possiamo esser sicuri è che la materia prima proviene dai campi di Le Moule ed è coltivata su suoli argillosi e calcarei esposti alla brezza oceanica.
Le canne vengono tagliate manualmente e dopo la spremitura si procede a una fermentazione a temperatura controllata in tini inox con lieviti selezionati: durata di circa 48 ore.
La distillazione è doppia in pot still riscaldati a vapore con una gradazione in uscita che si attesta tra i 65 e i 68% abv. Il tutto viene poi ridotto con acqua di sorgente ai 56% abv.
Il nome “Le Rejeton” ha una doppia valenza simbolica: in francese indica sia il germoglio, sia il discendente. Un riferimento chiaro sia alla canna da zucchero che rinasce ogni anno nei campi, sia all’eredità lasciata da Charles Albert Ruscade. Le Rejeton è, a tutti gli effetti, il primo figlio del progetto Papa Rouyo, quello che porta avanti la storia, ma con un’identità tutta sua.
Caratteristiche
Nel bicchiere questo rum si presenta trasparente, cristallino. Al naso si mostra subito per quello che è: note vegetali, canna fresca, minerali, terra bagnata con un leggero tocco agrumato. Al palato cambia marcia, ti riempie subito la bocca: le note vegetali restano e anche la mineralità, si aggiungono un leggero “amaro” e aromaticità mentolate. L’alcool è ben presente. Finale secco e non particolarmente persistente.
Assolutamente un buon rum e la distillazione in pot still dà quella marcia in più, Rhum Rhum insegna. Per i miei gusti si perde un po’ al palato, dà il meglio in un Ti’ Punch: è sicuramente il suo terreno di battaglia. L’alto grado non lo rende il miglior rum per neofiti, meglio far pratica con qualcosa di più “delicato”. Nel complesso posso affermare che è una distilleria da seguire, siamo all’inizio della loro storia.