MMW Wedderburn 11 yo nasce dalla collaborazione tra Velier Spa e la società di importazione olandese Scheer. Si tratta di un doppio imbottigliamento, uno con invecchiamento 100% tropicale ed uno con invecchiamento 100% continentale. Il blend, l’anno di distillazione ed il mark di partenza sono i medesimi.
La Storia di Monymusk
La storia del marchio Monymusk è fortemente connessa a quella della distilleria Clarendon, di cui vi ho già parlato. Storia complessa e anche difficile da raccontare senza risultare noioso. Qui vi ripropongo i punti salienti.
Monymusk è un brand di rum prodotto dalla distilleria giamaicana Clarendon controllata da National Rums of Jamaica per il 73%.
La National Rums of Jamaica è una partnership tra il governo giamaicano, West Indies Rum Distillery (oggi di proprietà di Maison Ferrand) e Demerara Distillers.
Non è finita qui: la restante quota di Clarendon è detenuta da Diageo, multinazionale nel settore dei distillati, che è anche il principale cliente della distilleria.
Torniamo a parlare di Monymusk. Il nome deriva dallo zuccherificio adiacente alla distilleria ed il rum a brand Monymusk è prodotto dalla distilleria Clarendon. Volendo tirar fuori delle percentuali, circa il 90% della produzione della distilleria viene venduto a Diageo. La rimanente parte viene divisa tra vendite all’ingrosso e rum commercializzato a marchio Monymusk.
La Clarendon Distillery produce due tipologie di rum. Rum leggeri che nascono da fermentazioni “rapide” della melassa con distillazione in colonna e rum pesanti che derivano da fermentazioni più lunghe con distillazione in pot still. La tipologia di cui parliamo oggi è la seconda citata.
I rum a brand Monymusk, nella maggioranza dei casi, sono prodotti a partire da una miscela di rum pesanti e leggeri.
MMW Wedderburn 11 anni Tropical Aging Review
MMW Wedderburn 11 anni è prodotto presso la distilleria Giamaicana Clarendon. Questo rum nasce da una lunga fermentazione della melassa di canna da zucchero ed una distillazione 100% pot still double retort. L’invecchiamento, totalmente tropicale, è di minimo 11 anni: minimo perchè in realtà si tratta di una miscela di due diverse annate. 10 botti MMW 2007 e 2 botti MMW 2008. La sigla MMW identifica, come da tradizione giamaicana, il mark delle botti e sta a indicare le diverse aromaticità e livelli di esteri del liquido al loro interno. Monymusk Wedderburn (MMW) identifica una presenza di esteri tra i 200 ed i 300 g/hlpa.
Questo specifico rum è imbottigliato con un livello di esteri di 315,6 g/hlpa. La gradazione è di 69% abv.
Caratteristiche MMW Wedderburn 11 yo Tropical Aging
La versione con invecchiamento tropicale di questo rum presenta un colore ambrato con riflessi tendenti all’arancio. Al naso si percepisce vaniglia, leggera frutta e vernice con una discreta presenza di odori che richiamano il legno. Al palato risulta deciso ma con un certo equilibrio: torna il legno accompagnato da leggeri idrocarburi e frutta tropicale vanigliata. Il finale è medio-lungo.
MMW Wedderburn 11 anni Continental Aging Review
Siamo di fronte alla stessa materia prima e allo stesso metodo di produzione della versione con invecchiamento tropicale. Mark identico e composizione del blend identico: 10 botti MMW 2007 e 2 botti MMW 2008. Non ci è dato sapere se si tratta esattamente dello stesso lotto di produzione o di un lotto di produzione diverso dello stesso anno, ma questo, seppur può portare a delle differenze iniziali, ha poca importanza ai fini dello scopo ultimo di questo prodotto.
In questo caso il livello di esteri indica 243,5 g/hlpa e la gradazione è di 63,9% abv.
Caratteristiche MMW Wedderburn 11 yo Continental Aging
La versione con invecchiamento continentale di questo rum ha un colore molto più chiaro, direi dorato, frutto della minore influenza della botte. Al naso continuano le differenze, meno vaniglia più solventi, meno legno più frutta/vegetali. Il palato potrebbe ingannare: pur se a più bassa gradazione, l’alcool si fa sentire di più. Per il resto c’è una buona dose di frutta esotica e una minima presenza di legno. Il finale si conferma medio-lungo ma leggermente più alcolico rispetto alla versione tropicale.
Principali Differenze tra Invecchiamento Continentale e Invecchiamento Tropicale
Quando si parla di rum, l’invecchiamento è un fattore cruciale che influenza profondamente il sapore e la complessità del distillato. Esistono due principali tipi di invecchiamento: tropicale e continentale.
L’invecchiamento tropicale avviene in regioni calde e umide all’interno della fascia tropicale, come i Caraibi. Le alte temperature accelerano l’interazione tra il liquido e il legno delle botti. Questo processo più rapido intensifica i sapori e gli aromi del rum, conferendogli note legnose e complesse. Tuttavia si va incontro ad una maggiore perdita per evaporazione, nota come “Angel’s Share”, che può raggiungere il 10-12% all’anno.
Dall’altro lato, l’invecchiamento continentale avviene in climi più freddi fuori dalla fascia tropicale, come in Europa. La maturazione è più lenta e l’evaporazione si aggira intorno al 2-4% annuo. Questo dà vita a rum con profili aromatici più delicati e spesso meno influenzati dal legno, ma richiede tempi più lunghi per sviluppare la stessa complessità di un rum invecchiato nei tropici.
In alcuni casi, i produttori combinano entrambe le tecniche, come nel caso del doppio invecchiamento, per ottenere un distillato ricco e sfaccettato. L’obiettivo (non sempre raggiunto) è quello di unire l’intensità dei sapori tropicali con la finezza del riposo in climi temperati.
Conclusioni e Impressioni sulla Degustazione
Non è uno (e vale per entrambi) di quei rum da leccarsi i baffi per ore, ma è sicuramente un’esperienza da fare, soprattutto se si è appassionati di invecchiamenti. L’impatto del clima è evidente, ed è ben chiaro come le botti influenzino il contenuto in modi diversi a seconda delle condizioni climatiche.
Le differenze si notano non solo sulle caratteristiche tecniche del prodotto finale ma anche sulle aromaticità e sul gusto oltre che sulla percentuale di Angel’s Share (% di liquido perso ogni anno a causa delle condizioni climatiche), evidentemente maggiori in condizioni climatiche tropicali.
Esperimento riuscito, approvato….da riproporre. Le differenze tra i due imbottigliamenti risultano evidenti anche ad un palato non particolarmente allenato.
Piccola nota. Se l’idea è quella di formare e diffondere “il verbo”, forse sarebbe stato preferibile uscire con bottiglie di 10/20 cl per permettere a tutti di fare questa esperienza ad un prezzo più accessibile, casomai introducendo un terzo imbottigliamento: il bianco non invecchiato. 🙂
Ho un preferito? Sì e anche se di poca rilevanza per lo scopo di questo progetto, vi dico che l’asticella pende leggermente a favore della versione con invecchiamento tropicale. Al mio palato è sembrata più equilibrata e più gustosa.
Vi anticipo che ho provato anche l’altra uscita della serie “EMB Plummer 14 anni Continental e Tropical Aging”. In questo caso l’asticella punta a favore dell’invecchiamento continentale per gli stessi motivi per cui ho preferito la versione tropicale di 11 anni.
Non esiste un vincitore assoluto; è importante tenere a mente le principali differenze tra l’invecchiamento continentale e quello tropicale. Con il tempo ho imparato ad apprezzare entrambi, e mi trovo a preferire l’uno o l’altro a seconda delle occasioni, senza alcun preconcetto.